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ARCOBALENO
con il gruppo "fonderia" | |
maggio 2000 a cura di Janus e
Pietro Buffa Carcere circondariale delle Vallette (TO)
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Per chi ha attecchito su un terreno in
cui l'impronta della cultura operaia è stata profonda e ha lasciato il
suo segno, la fonderia evoca il reparto più mitico della fabbrica metalmeccanica;
è il più umano perchè legato ad un'attività - parimenti
a quella mineraria - preesistente alla fabbrica disumanizzante e soprattutto che
affonda le sue radici nella mitologia e perciò nell'archetipo: in qualche
modo la fonderia sta alla fabbrica come i soldati di Parmenione all'esercito di
Alessandro Magno.
L'arte della fusionerimanda all'eternità delle
statue di bronzo che immortalano i potenti dell'umanità (che la memoria
collettiva vuole imparagonabilmente più saggi e coraggiosi dei contemporranei)
e alla nostalgia di epoche desiderose comunque di lasciare una traccia nobile
di sé.
...Ed evoca, la fusione, le occulte conoscenze degli alchimisti
medievali, la ricerca della pietra filosofale, la magia dell'oro alchemico.
E naturalmente il desiderio, dell'uomo, di fusione tra corpo e anima, tra anime
e corpi: il progetto che rende possibile la Nascita, almeno per ciò che
attiene all'uomo.
Qui, come tante altre volte, si tenta una fusione tra
generi pittorici ed esperienze umane differenti, ma unite dalla comune e irrazionale
convinzione che ciò in fondo sia possibile, anzi necessario. |
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