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(...) L'UOMO, SE VUOLE, PUO' PORTARE IL SUO DESIDERIO PER UNA VENA DI CORALLI E DI NUDO CELESTE.
DOMANI GLI AMORI SARANNO ROCCE E IL TEMPO UNA BREZZA ADDORMENTATA SOPRA I RAMI...

(Garcia Lorca)

 
UOMINI


STUDIO PER ARIANNA

RITRATTO CIRCO SPAZIALE

maggio - giugno 1990
a cura di F. Poli e Alina Botturi
galleria Free Art - Torino

lattice di gomma su juta
200 x 150 cm

di Francesco Poli

Per dar vita alla teatrale espressività delle sue figure, Barbara Tutino ha bisogno di grandi superfici che si accampano sulle pareti e nello spazio con un forte e deciso impatto visivo. I supporti sono ampie tele grezze di juta sospese con molta libertà al muro, senza telaio. Quì prendono corpo (è proprio il caso di dirlo) personaggi di impianto anatomico ben delineato, attraverso un disegno a pennello netto e conchiuso, caratterizzati da colori molto accesi o comunque puri, senza variazioni tonali. Ci sono nudi maschili che si esibiscono in pose intenzionalmente studiate, teatrali appunto, con evidenti riferimenti a forme di narcisismo gay ( c 'è una scena amorosa fra un soldato e un giovane che sembra un cristo deposto dalla croce). Di esplosiva suggestione sono le enormi facce sorridenti, per certi versi grottesche, ma anche ironiche. Decisamente ironica, ma allo stesso tempo impressionante e inquietante è una grande figura rossa che rappresenta una donna culturista nuda, che tiene in mano il capo di un lungo cordino aggrovigliato che le stà uscendo dal ventre. Il titolo di questo lavoro (che deriva in parte da una fotografia di Mappelthorpe) è piuttosto significativo: Il filo di Arianna . Questi quadri di genere così poco usuale per una città come Torino, hanno sicuramente una consistente carica provocatoria, essendo specificatamente connessi a una complessa problematica relativa alla definizione dell'identità del maschile e del femminile, affrontata di petto e senza reticenze o sottintesi. La forza d'urto di questa figurazione ha dei presupposti di linguaggio abbastanza evidenti: la matrice stilistica è chiaramente legata alle forme più eclatanti dell'espressionismo tedesco, o per essere più precisi del neoespressionismo degli artisti tedeschi dell'ultima generazione, come per esempio Salome o Immendorf. E la cosa non deve stupire, perché Barbara Tutino ha lavorato e lavora per lunghi periodi a Berlino, proprio la città da cui provengono gli artisti tedeschi di punta più significativi per quello che riguarda il rilancio della tensione e della vitalità della tradizione espressionista (che del resto non ha mai avuto grandi interruzioni dagli anni '10 in poi, salvo gli anni della censura nazista contro  l'arte degenerata ). Bisogna dare ancora un'indicazione più specifica per spiegare la presenza in questi dipinti di una particolare ele- ganza lineare nella stilizzazione (a volte estetizzante) dei corpi: si tratta dell'influenza di Egon Schiele, un artista che comunque e alla radice di molti sviluppi del linguaggio espressionista, oltre che punto di riferimento per molta arte a dominante erotica sessuale .



SOLONELLETTO


 
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